I Suoli dell’Appennino e Sequestro di Carbonio: casi di studio utilizzando R e GIS

A cura di Livia Vittori Antisari
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

La Scuola Estiva “I Suoli dell’Appennino e Sequestro di Carbonio: casi di studio utilizzando R e GIS” è stata finalizzata allo studio della vocazionalità delle aree castanicole dell’Appennino e del sequestro di C nei suoli castanicoli utilizzando dataset di analisi di suolo di diversi castagneti oggetto di studio all’interno dei progetti PSR_RER CASTANI-CO e Biodiversamente Castagno e dei suoli del castagneto sperimentale didattico di Granaglione (PSR_RER Castagni Parlanti). I dati set sono stati processati per lo stock di carbonio e di elaborazione dati chimico-fisici e biochimici con il software R. I dati territoriali/ambientali sono stati oggetto di esercitazioni pratiche su piattaforma GIS Open Source “QGIS”, finalizzati alla creazione di cartografia pedologica e derivata.
L’utilizzo di questi strumenti deve essere incentivato per la corretta e sostenibile gestione territoriale. Infatti, la conoscenza di questi strumenti di elaborazione dei dati territoriali è fondamentale per la progettazione dello sviluppo sostenibile dei territori fragili come quelli dell’Appennino.
La Scuola Estiva, in collaborazione per l’organizzazione con la Fondazione Alma Mater, è stata erogata online su piattaforma TEAMS, ancora attiva per gli iscritti come momento di dialogo e forum su questioni che riguardano i due software utilizzati e la elaborazione dati. Gli studenti ammessi, dopo selezione dei curricula, sono stati 30. Il numero è stato dettato dalla necessità di seguirli nelle esercitazioni pratiche con i due software. Essendo online è mancata la formazione di campo. La narrazione riportata di seguito, arricchita dai 3 video, vuole essere uno strumento per capire come lo studio territoriale non possa prescindere da sopraluoghi e soprattutto dallo studio dei profili di suolo e dei processi evolutivi e ecofisiologici al suo interno. L’indagine pedologica è alla base della conservazione dei suoli e della progettazione sostenibile dei territori dell’Appennino, per definirne la vocazionalità.


Il contesto: la castanicoltura, i territori e il paesaggio

In Italia la diffusione della “cultura del castagno”, meglio ancora della “civiltà del castagno”, ha inizio con i Greci e ha raggiunto l’apice di diffusione con i Romani, ai quali si deve l’esportazione della civiltà del castagno anche al di fuori della nostra Penisola. La diffusione e l’importanza del castagno continuano a crescere, anche se in maniera meno incisiva rispetto all’età romana, per tutto il Medioevo, nel corso del quale questa specie diventa la protagonista del paesaggio boschivo di molte Regioni italiane. In Emilia-Romagna la diffusione del castagno è dovuta in gran parte all’opera della granduchessa Matilde di Canossa (il cui regno si colloca tra il 1046 e il 1115, che resasi conto delle difficili condizioni in cui viveva la gente che popolava l’Appennino e delle potenzialità del castagno, ne cominciò a regalare ai suoi questuanti, accompagnandole da un compenso per ogni alberello che veniva messo a dimora, secondo un “sesto d’impianto matildico”, cioè dove le piante di castagno, allevate in forma libera, sono disposte ai vertici di triangoli equilateri sfalsati ad una distanza di circa 10 metri. …(CONTINUA A LEGGERE)

Geolab APS è lieta di presentarvi i tre video realizzati per il progetto Alfonsa, in collaborazione, sui temi della castanicoltura, della lettura profilo suolo breve, e lettura profilo suolo lunga.